Recensione del Cd Desiderata da JazzAgenda
“Desiderata è un album che prende, intimo, ruspante, vivo, che accompagna e non stanca mai. Nicola Milan (accordeon), Simone D’Eusanio (violin), Daniele Labelli (piano), Roberto Colussi (guitar), Alessandro Turchet (double bass). In arte, il Quinteto Porteño. Sonorità latine, sapientemente contaminate di melodismo italiano. Piacevole il risultato finale che gode della cura degli arrangiamenti, raffinati, e della scelta dei temi, orecchiabilissimi. Un album maturo che lascia cogliere la straordinaria intesa che c’è tra i musicisti, in un clima quasi familiare, estremamente empatico. Uscito per AlfaProjects (2010), Desiderata racconta. L’appassionato protagonismo dei fraseggi della fisarmonica di Milan in Milonga Z, brano d’apertura, lascia spazio alle spensierate atmosfere infantili di Song for Matteo, tra i brani più riusciti dell’album. Belli i crescendo, travolgenti; dolce il tema, da fischiettare, divertenti le code: è palpabile l’innocenza, l’ingenuità, la tenerezza del gesto imbarazzato di un bambino. Ci sarebbe tutto lo spazio di un racconto sussurrato, magari al femminile. Desiderataè di una bellezza rara. Un tema piacevolissimo che corteggia; poi, d’improvviso, punta il dito e lancia la sfida del desiderio che vuole, anche quando non potrebbe. Il gesto musicale si fa sensuale, segna il passo con passione, in un crescendo sempre emozionalmente vivido e ricco, latino. Intensi i dialoghi amorosi della fisarmonica col violino di D’Eusanio, carezzevole il contrabbasso di Turchet, quasi un violoncello colloquiante. Un intreccio perfetto di anime. Complessa, invece, quella di Chick to chick, vagamente orientaleggiante: belli i bassi, belle le progressioni della chitarra di Colussi che si lancia in un assolo cantabilissimo. Un po’ aspro il contrasto dei velluti della chitarra con le spigolosità del piano di Labelli che risente di un timbro spesso troppo metallico. Ordinante la fisarmonica di Milan, che descrive e distribuisce spazi piacevolmente avvolgenti. Ci stanno benissimo le incantevoli divagazioni jazz della chitarra e del piano.
Due parole su Milonga Canzone(testo: D’Eusanio) e A te(testo: Milan), i brani che introducono e sperimentano la proposta canzone nell’album. In Milonga Canzone D’Eusanio compare nelle doppie vesti di autore e voce: è un pezzo morbidamente ballad, affidato nell’introduzione al lirismo del piano soul di Labelli, quasi smentito poi dall’ingresso a schiaffo del baritono, eccessivamente drammatico, scuro, severo per l’intensità toccante del testo. Distrae l’impasto timbrico, il ritmo dell’ascolto ne soffre e il discorso musicale risulta appesantito. La partecipazione del soprano Lucia Vaccari non alleggerisce. Commoventi e ben articolati i testi, anche nelle sinuosità del dedicato A te,ma appare azzardata la scelta dell’accostamento lirico. L’album non avrebbe sofferto la mancanza. Personalmente preferisco D’Eusanio al violino. Tango Quinto è il brano di ritorno al latino, in perfetto stile. Strisciante, appassionato, intimo, riflessivo, struggente. Windwillsperimenta in modo diverso l’intreccio con la voce del soprano. La bellezza del tema proposto dal violino, come del timbro e della compostezza vocale della Vaccari, non ritrovano però nella scelta del racconto all’unisono un connubio vincente; non c’è intesa, anzi, imbarazza non poco il ritardo della voce. Peccato. Con Waltz for Sopiritornano anche le atmosfere incantate e spensierate della track 2, corali e piacevolmente farcite. Vento d’Autunno chiude, caduco, fermo. Mistiche le atmosfere minimal. Forse il brano in cui si avverte maggiormente la mancanza dell’accompagnamento ritmico delle percussioni, a sostegno dei crescendo che pèrdono, per questo, in tensione emotiva. Brucia, ma non deflagra, e forse è una scelta: una conclusione che non impressiona, ma accompagna, dolce, al repeat. Non stanca mai.”
Eliana Augusti